Avvicinarsi al 3D

Siamo Teresa Florio e Roberta Aru, del Team per l’innovazione digitale dell’Istituto Comprensivo “Deledda Pascoli” di Carbonia (CAIC87600T) e volevamo condividere nel blog l’attività proposta ad alunni e genitori in occasione della settimana del PNSD 2016.

Il gioco “Avvicinarsi al 3D”  è consistito in una caccia al tesoro tra il reale e il virtuale dove, girovagando fra i vari “pianeti”, attraverso qr-code, puzzle, suoni, immagini in 3D e “quizziz”  genitori e alunni della scuola primaria e secondaria di I grado, hanno potuto provare e sperimentare l’impiego del digitale e del tridimensionale nella didattica.  L’attività intendeva far conoscere  le potenzialità delle recenti acquisizioni dell’Istituto: i progetti PON-FESR (Asse II Obiettivo specifico 10.8)  hanno permesso alla scuola di usufruire del cablaggio LAN/W-lan di tutte le sedi, di nuovi ambienti per l’apprendimento e strumenti quali tablet per il BYOD, stampante 3D, scanner, ecc.  Inoltre, si voleva far riflettere su come la tecnologia sia vicina a noi e modifichi il nostro modo di vivere, in un contesto in continuo mutamento e di quanto, nel quadro delle competenze  per il XXI sec., le digital skills siano indispensabili alla formazione dei nostri ragazzi .

Attraverso un percorso a squadre composto da giochi e domande, cui ciascuno poteva accedere con il proprio device o con un tablet messo a disposizione della scuola, si arrivava alla ricostruzione della frase: “Insegnami l’arte dei piccoli passi” tratta dalla preghiera di  Antoine de Saint-Exupéry.

Il Prezi: prezi.com/gpk2k-0_n18z/?utm_campaign=share&utm_medium=copy

Proviamo a metterci in gioco

Care colleghe e cari colleghi

Insegno Latino e Greco presso il Liceo Classico “G.M. Dettori” di Cagliari. Insegno da moltissimi anni, anzi, diciamo pure che ormai per me è più vicina la pensione che l’inizio della carriera scolastica.

Sono sempre stata attratta dalle nuove tecnologie, fin dai tempi in cui per dialogare col computer non era sufficiente cliccare su un’icona intuitiva, come ora, ma occorreva conoscere sistemi operativi complicati o, almeno per me che avevo fatto solo studi umanistici, un po’ repulsivi.

Quando poi il pc è diventato user-friendly, la mia passione è cresciuta e con essa anche la voglia di cambiare il mio modo di insegnare attraverso le nuove tecnologie. E così, coniugare il mondo classico e le discipline umanistiche con internet e le nuove tecnologie è stata la sfida più grande in cui mi sia cimentata: nel 2010 ho aperto per le mie classi il blog didattico “Professoressa Orrù” , che contiene traccia di tutti i progetti digitali e no, che ho realizzato in questi anni; contrariamente alle attese, esso ha avuto un gran successo non solo fra i miei studenti, ma è visitato quotidianamente da numerosissimi docenti e studenti di tutta Italia. Lo scorso anno, poi, sono stata designata Animatrice Digitale della mia scuola ed anche questa nomina è stata per me una nuova occasione, sia di crescita, sia di condivisione, e mi ha fatto sentire – nonostante sia giunta alla fine della carriera – come un’insegnante che si accinge ad intraprendere un nuovo cammino. E’ vero che non sempre “nuovo” è sinonimo di “migliore”, tuttavia se il “nuovo” ha dei presupposti validi, cerca di andare incontro agli studenti di questo tempo (che sono molto diversi da quelli anche solo di 15 anni fa), se riconosce che sono cambiati i metodi di apprendimento delle giovani generazioni, mentre finora – salvo rari casi – sono rimasti sempre identici i metodi di insegnamento dei docenti, allora non resta altro da fare che sperimentare le vie nuove e verificarne l’efficacia.

Gli insegnanti tuttavia devono essere formati e/o formarsi anche personalmente: non ci si improvvisa insegnanti nuovi; occorre mettersi in gioco, non solo per dovere, ma anche e soprattutto per il piacere di affrontare la sfida.

Nello scorso mese di maggio, al termine della formazione degli AD di Cagliari, ho aperto un nuovo blog .

L’idea che mi ha mosso è quella che anch’io, nel mio piccolo, avrei potuto contribuire ad aiutare colleghe e colleghi ancora un po’ impauriti davanti alla velocità del digitale; anch’io avrei potuto provare a cambiare la didattica, a rendere la scuola più adeguata alla nostra società, a rispondere con più efficacia a studenti e studentesse ormai diversi. Lo avrei fatto con la condivisione di quel poco che so e che so fare, con la presentazione delle esperienze che ho già realizzato, con le informazioni di cui sono in possesso e che avrei messo a disposizione per l’utilità che possono avere.

Tanti blogger hanno aiutato me in questi anni. A volte l’hanno fatto senza saperlo, altre volte rispondendo ai miei SOS: attratta com’ero, infatti, dalla possibilità di coniugare le nuove tecnologie con la didattica delle materie classiche, mi scoprivo spesso ad avere tante idee ma a non conoscere la strada per realizzarle; mi sentivo spesso inadeguata e incompetente, con le idee e i progetti che galoppavano, mentre le mie conoscenze digitali restavano sempre un passo indietro ed arrancavano. Gli anni, però, sono passati: ho studiato, imparato, sperimentato e non ho mai smesso di incuriosirmi e di cercare.

Oggi vorrei offrire anch’io il mio aiuto a qualcuno. Non sono un luminare, quindi non competerò certo con titolati esperti già presenti in rete, né mi rivolgerò a chi già sa e vuole approfondire: desidero parlare soprattutto a quei colleghi e a quelle colleghe che, come me allora, pensano di dover cominciare da zero e temono di non potercela fare a stare al passo con i tempi. A loro sarà utile sapere che non occorre essere degli informatici per fare una didattica nuova e spesso le cose sono più semplici di quanto sembri. Il cambiamento deve cominciare dentro di noi; solo dopo possono cambiare i modi e gli strumenti. La società dell’informazione va velocissima e con essa studenti e studentesse delle nostre classi. Non possiamo stare al palo e fermarci a guardare, chiudendoci nelle nostre paure. Poco per volta, tutti i giorni dobbiamo metterci in gioco.

Ho chiamato il blog DxD perché sono una Docente che vuole parlare ai Docenti; “…ma non solo”, perché, abituata come sono a rivolgermi soprattutto ai miei studenti, anche con loro desidero continuare a dialogare.

Visita DxDScuolaDigitale – Mi piacerebbe ricevere feedback e suggerimenti.

 

Taddeo 2.0 – Un anno di animazione digitale

Oggi, 31 agosto 2016, termina il mio incarico di animatrice digitale presso l’Istituto Comprensivo “Taddeo Cossu” di Teulada. Da domani continuerò il mio lavoro di insegnante di sostegno in un altro Istituto, ma non potevo non raccontarvi la mia esperienza.

Le mie competenze digitali non sono eccellenti. È vero, al pc mi arrangio, so gestire un blog, usare smartphone, telecamera, Gimp e Movie Maker… ma non sapevo nulla di Moodle, coding, Html…

Ho accettato l’incarico con tanta voglia di mettermi in gioco per il bene della mia scuola. Così mi sono armata di buona volontà e ho iniziato l’avventura.

È stata l’occasione per dare luce al mio ordine di scuola, la Scuola dell’infanzia. La maggior parte delle volte, infatti, essa viene esclusa da molte iniziative: corsi, di formazione, progetti, concorsi… Eppure nell’Istituto “Taddeo Cossu” l’infanzia è stata protagonista di molte iniziative (giornate di sensibilizzazione, concorsi, sperimentazioni digitali, condivisione di didattica inclusiva), diventando così uno stimolo per gli altri ordini del nostro istituto.

Da febbraio sono diventata editor della pagina Facebook di Istituto e ho cercato di capire come i social media potessero diventare occasione di crescita per tutti i miei colleghi. A poco a poco ho iniziato a coinvolgerli perché condividessero e raccontassero (attraverso video e foto) ciò che avveniva nelle nostre aule.

Pian piano la scuola ha spalancato porte e finestre e la didattica ha iniziato a diventare trasparente e visibile al tempo stesso.

Facebook ci ha dato l’opportunità di far vedere chi siamo, cosa facciamo e perché lo facciamo, sia rivolgendoci ai nostri interlocutori più immediati – le famiglie, il territorio – sia confrontandoci con un pubblico più ampio nei numerosi gruppi internazionali che si occupano di didattica.

Abbiamo cercato di coinvolgere soprattutto le famiglie, che sono una risorsa fondamentale. Ma la vera ricchezza sono stati i nostri alunni, che giorno dopo giorno ci hanno aiutato in questo percorso di crescita (“digitale” e non).

Abbiamo dato molta importanza alla privacy, cercando di rispettare bambini e famiglie e mostrando che è possibile raccontare la didattica senza spettacolarizzare.

Tutto ciò ha subito entusiasmato le famiglie che venivano aggiornate quasi in tempo reale non solo sugli aspetti organizzativi, ma anche sui progetti e sulle attività didattiche.

I “like” per noi hanno significato sostegno, motivazione a fare di più e meglio, e ci hanno fatto capire soprattutto che “si può fare”. Da qui l’idea di aprire altri canali social (YouTubeInstagramTwitter) e un blog didattico che affiancasse il sito ufficiale dell’Istituto. Così è nato iscola.eu, dove abbiamo iniziato a raccogliere documentazione didattica e sul quale abbiamo sperimentato un sistema di modulistica online.

Direi che ho svolto una “animazione social”, in cui partecipazione e condivisione sono diventati gli obiettivi principali: tutti insieme (alunni, docenti e famiglie) abbiamo collaborato per rendere “Taddeo” una scuola per tutti e di tutti. Il tema dell’inclusività è stato il protagonista di questo racconto digitale, in cui i momenti di sensibilizzazione hanno mostrato continuamente come la diversità possa diventare una risorsa per tutti.

Il neonato team digitale e la redazione Facebook che si è costituita negli ultimi mesi dimostrano che l’animazione digitale non è un lavoro dove predominano le capacità di un singolo, ma è un’attività dove il lavoro di squadra porta a tanti successi.

Ed è così, si può fare, basta volerlo ma, soprattutto, basta essere uniti.

Non conta di chi è l’idea, chi ha organizzato o chi l’ha eseguita: quando si ha lo stesso obiettivo non importa chi va in scena o chi lavora dietro le quinte, perché alla fine lo spettacolo non esisterebbe se non ci fosse il contributo di tutti. La parola chiave è condivisione… perché in fondo è anche formazione. Solo i grandi maestri portano rispetto per la propria disciplina e la divulgano a coloro che continueranno con la stessa passione a divulgarla. Penso che la stessa cosa valga per noi insegnanti: diventiamo uno lo stimolo dell’altro…

Tante cose sono state fatte dall’inizio di questa avventura digitale ed è difficile raccontarle tutte, anche perché occuperei troppo spazio. Se avrete voglia di saperne di più, questo è il link che rimanda a un video di circa tre minuti sul nostro canale YouTube.

Tengo a precisare che, ovviamente, la mia azione non è stata esclusivamente “social” ma ho cercato costantemente di aggiornarmi e di cercare applicazioni digitali nella didattica, condividendo il tutto con i miei colleghi.

Inoltre, il lavoro con il blog della scuola mi ha permesso di conoscere il funzionamento di WordPress, di imparare a gestire un blog e di capire in che modo questo diventi uno strumento importante per la didattica.

È vero che le competenze digitali sono alla base di una scuola innovativa e all’avanguardia, ma se prima impariamo a condividere ciò che realmente siamo e cosa sappiamo fare avremo una scuola genuina e pronta a raggiungere nuovi orizzonti.

Vi lascio con una citazione della grande Hellen Keller: “Da soli possiamo fare così poco; insieme possiamo fare così tanto”.

Buon inizio d’anno scolastico a tutti.

Monia Sitzia
Animatrice digitale – Istituto Comprensivo “Taddeo Cossu” di Teulada

PNSD: un abito da modellare a misura di scuola

A cura di Laura Neri, Animatore Digitale dell’IC Monte Rosello Alto di Sassari.

Quando una scuola opera in un contesto territoriale cosiddetto ‘difficile’, ogni proposta nuova sembra sempre una sfida insormontabile, un’impresa alla Mission Impossible, dove gli attori principali, se non soccombono, ne escono comunque con un bel po’ di traumi e lesioni!

Se da proposta nuova si passa poi a proposta innovativa le cose si complicano ulteriormente, i paradigmi diventano più oscuri e lì si entra inesorabilmente in territori tra la magia e l’eroismo, in cui, per venirne fuori, sarebbe auspicabile, per non dire necessaria, un’alleanza di potenza pari a quella immaginabile, per esempio, tra Harry Potter e gli Avengers (per rimanere in tema di citazioni cinematografiche).

La persuasione di alcuni colleghi e, più in generale, del personale della scuola, all’utilizzo delle tecnologie nella prassi quotidiana – ormai giustamente disillusi dall’ennesima riforma, dal milionesimo tentativo di rivoluzione del sistema, con la velata (a volte neanche troppo) insinuazione che la ‘versione precedente’ del modello organizzativo e formativo servisse a poco o niente – non richiede infatti solo sforzi fisici e mentali allo stremo della resistenza, ma spesso il reperimento di potenti formule e pozioni magiche!

Mi spiego meglio, con un caso banale ma, a mio avviso, sufficientemente emblematico: convinco il collega di Scienze, esausto del disinteresse a lezione dei ragazzi di una terza media, che le molecole potrebbero diventare più allettanti se presentate attraverso un video sulla LIM e una lezione costruita, per esempio, come attività di gruppo, incentrata su ricerca e selezione in classe di materiali digitali a tema; ops!, il docente mi ricorda che in classe c’è la LIM, ma, ahimè, è stato rubato il proiettore il mese scorso; no problem!, insisto io: la modalità BYOD dà sempre ottimi risultati anche in questi casi di carenza di dotazioni tecnologiche in classe; altro dettaglio: manca la connessione ad internet e qui la situazione inizia a complicarsi; attingo a tutte le mie riserve di inventiva e creatività, ma non mi viene altro da suggerire se non il ricorso alla connessione personale dei ragazzi, auspicando che le famiglie siano favorevoli ad un suo utilizzo per la didattica (mi ripeto intimamente e con convinzione, mentre espongo la proposta al collega, che io da mamma lo sarei!); ma quando mi spiega che in classe sono presenti tre ragazzi ROM che, non solo non hanno il cellulare, ma non portano mai neanche libri e quaderni, ed è presente anche una discreta percentuale di ragazzi che non dispongono di device personali e/o di connessione, ecco che non mi rimane che interpellare i migliori maghi di tutta la saga di Harry Potter per poter trovare la formula che mi aiuti a coniugare tecnologia e IMPOSSIBILITA’ di usarla!

Pensate che io mi sia arresa troppo in fretta?

Errore!

In separata sede, e dopo aver ringraziato il collega per la disponibilità ad un confronto su “molecole-versione-innovativa-no-possible”, rifletto a lungo e ragiono proprio sulla parola innovazione, riflessione supportata dal lungimirante aforisma di Karl Raimund Popper: “La consapevolezza non inizia con la cognizione o con la raccolta di dati o fatti, ma con i dilemmi”.

Ed io ho un mio dilemma di partenza, come Animatore Digitale: il dilemma è proprio l’innovazione, non di per sé, come concetto o teoria, ma collocata nell’hic et nunc di una scuola fragilissima sul piano del digitale e delle infrastrutture.

Mi si apre un mondo, una serie di riflessioni, dilemmi si aggiungono a dilemmi, ma la consapevolezza pare una luce lontana, quasi irraggiungibile.

E tra le tante, frenetiche letture, compare una vecchia conoscenza: il mio docente di Comunicazione Pubblica dell’Università, Prof. Piero Dominici (pierodominici.nova100.ilsole24ore.com), scrive da anni sul tema e le sue intuizioni sull’importanza di educare alla complessità e al pensiero critico (cit. – www.techeconomy.it – 2016/04/05) iniziano progressivamente a dare un senso al mio pensiero, a fargli acquisire una traiettoria più definita:

– i dilemmi di Popper (e quelli di Potter!) volgono verso una maggiore consapevolezza del mio ruolo e dei miei compiti non solo come docente, ma anche come “promotore di azioni nell’ambito della progettazione, sicurezza, privacy, copyright, ambienti di apprendimento, connettività, fundraising, orientamento e carriere, cittadinanza digitale, sviluppo pensiero computazionale, robotica, risorse educative aperte, formazione e accompagnamento, digital literacy, inclusione,…”, ossia come Animatore Digitale (spero che, dal su citato elenco, solo parziale, della azioni spettanti all’AD, chi di voi ritenesse il mio riferimento a magia ed eroismo, inappropriato al contesto, si sia, almeno in parte, ravveduto);

– la politica dell’inclusività prende il ruolo di possibile soluzione dell’esclusività digitale o digital divide;

– l’innovazione tecnologica assume un ruolo non prioritario rispetto all’urgenza di un’innovazione di tipo culturale (cit.);

Invito, a tal proposito, a leggere integralmente l’intervento del Prof. Piero Dominici per cogliere aspetti di maggiore complessità e legami sociali-culturali-logici-umanistici più profondi e articolati di quanto io non sia stata in grado di rappresentare.

Riconosco di aver divagato, indegnamente, sui grandi sistemi, ma mi servono/ci servono chiavi di lettura più ampie per interpretare il cambiamento e riadattarlo sulla base dei contesti in cui operiamo, a volte così lontani dai cambiamenti proposti (?) dall’alto.

Quindi, torno con i piedi per terra e mi chiedo: quale innovazione per la mia scuola, istituto comprensivo con 900 alunni, 100 docenti e meno della metà di personale ATA, sita nel quartiere periferico del Monte Rosello Alto di Sassari?

Forse la chiave di lettura è pensare all’innovazione, in termini di destabilizzazione (“Innovare significa destabilizzare” – cit.) e non, banalmente, di rincorsa schizofrenica agli ultimi device tecnologici da applicare alla didattica o alla gestione della documentazione amministrativa.

E destabilizzare, nella micro-società complessa della mia scuola e del suo territorio, potrebbe essere ‘semplicemente’ un lavoro strutturato di auto-analisi e auto-critica, individuale e in team, una ricerca di metodologie davvero utili all’attività formativa ed organizzativa, in cui la tecnologia rappresenti uno strumento utile di lavoro, non il suo obiettivo.

Lo ammetto: nella mia scuola non siamo tutti e del tutto pronti ad una vera rivoluzione digitale, in senso letterale, ma come docenti e, più in generale, come persone (Dirigente e Direttore SGA, compresi) che lavorano in una scuola ‘difficile’, ritengo, consapevole del rischio di apparire presuntuosa, che siamo già operativi in termini di soluzioni innovative, pronti cioè ad accogliere le sfide, a interpretarle in modo critico, a ricercare soluzioni condivise e condivisibili, inclusivi verso studenti, famiglie e territorio, in quanto termometro delle esigenze del quotidiano e della vita reale. Sentiamo l’onere di sforzarci per offrire alla nostra utenza strumenti concreti e utili di riscatto sociale e culturale.

Alla luce di un’esigenza sempre più forte di creare comunità di interesse, occasioni di incontro, contesti di comunicazione e di informazione, siano essi reali o virtuali, l’Animatore Digitale, il Team per l’Innovazione, la Dirigenza, i singoli docenti, il personale ATA, compiono i loro primi passi nell’ambito delle azioni del PNSD, contenitore cui dare un senso, una personalità plurima e differenziata, sulla base delle diverse realtà territoriali delle scuole in cui esso viene letto, interpretato, adattato e, infine, adottato. Un abito insomma da modellare su corpi diversi, per garantirne la migliore vestibilità.

Proviamoci, anche se il ruolo di sarto non è contemplato tra le mansioni dell’AD!

Tutta questa logorroica premessa per segnalare ai colleghi Animatori Digitali – che non abbiano abbandonato la lettura del mio post molti capoversi prima (avreste tutta la mia comprensione) -, che il mio lavoro come AD verrà periodicamente registrato al seguente link: pnsdmonteroselloalto.wordpress.com.

Spero che qualcosa possa esservi utile.

Grazie per la vostra paziente attenzione.

Laura Neri, AD dell’IC Monte Rosello Alto – Sassari

Didattica a commutazione di contesto e BYOD

Cari colleghi e colleghe,

sono Antonello Zizi, un docente del Giua di Cagliari, e dal giorno del mio inserimento in ruolo mi sono occupato di innovazione in ogni ambito che ho avuto il piacere di esplorare.

Vorrei proporre un contributo che riguarda due diverse facce della stessa medaglia, ovvero da una parte come cercare di portare novità anche metodologiche nella scuola,  dall’altra parte come valutare l’impatto che alcune novità possono avere dal punto di vista dei sistemi.

Il primo contributo riguarda una metodologia didattica che prende il nome dalla modalità di funzionamento del microprocessore nei moderni sistemi operativi (context switch) ma che trae spunto dalla psicologia della comunicazione, il secondo invece è una riflessione su cosa il BYOD può portarsi dietro in termini di problematiche tecniche non sempre evidenti.

Contributo 1:

CSTM  m.tecnicadellascuola.it/item/22868-didattica-innovativa-l-uso-dei-mass-media-aumenta-lo-soglia-dell-attenzione.html

Contributo 2:

BYON: il “lato oscuro” del BYOD

Il PNSD segna un punto di svolta nel panorama scolastico italiano. Oggi l’attenzione è concentrata su come integrare la tecnologia in classe e favorire l’acquisizione da parte degli studenti delle competenze tecnologiche necessarie per orientarsi agevolmente nella società del XXI secolo.

Molti sono i forum e gli eventi formativi dedicati al digitale e alle nuove metodologie didattiche legate al mondo della tecnologia, e tra le varie azioni (meglio sottoazioni) vorrei parlare di BYOD, ovvero l’uso  a scuola dei dispositivi personali degli studenti, connessi alla rete d’Istituto e impiegati nelle varie forme di didattica alternativa.

Tanti sono gli aspetti positivi e condivisibili che si sono discussi in merito a questa modalità di utilizzo dei dispositivi personali, ma a mio parere è stato tralasciato un punto imprescindibile: La sicurezza dei sistemi e dei dati.

In altri stati e in altri ambiti da qualche anno si sente parlare di  “BYON” ovvero Bring your owner network. Questo fenomeno, ancora poco analizzato qui da noi, riguarda la capacità, per ogni utente, di disporre della propria rete personale interconnessa ad Internet.

Non c’è niente di diverso dal portare con se il proprio smartphone o il proprio tablet il quale, grazie al contratto col proprio operatore, è in grado di accedere alla rete e di navigare in qualunque sito.

Allora, se in passato  gli amministratori  della rete potevano bloccare l’accesso e selezionare le applicazioni e gli ambienti web attraverso politiche di controllo, col BYON gli studenti possono aggirare i filtri della scuola utilizzando le proprie reti mobili e Wi-Fi hot-spot, facendo nascere quello che è l’ultimo problema di sicurezza per la scuola e costringendo gli amministratori di rete ad affrontare un carico di lavoro sempre più impegnativo alla ricerca dei modi per proteggere gli studenti e la scuola stessa, dalla diffusione di malware, oltre che per impedire le dannose fughe di dati e il determinarsi della visibilità incondizionata di tutti i dispositivi sulla rete.

Questo aspetto, dunque, determina più di una situazione pericolosa dal punto di vista della sicurezza informatica in quanto:

  • Le politiche di sicurezza poste in atto dall’amministratore della rete scolastica sono relative alla rete interna;
  • gli studenti possono aggirare i filtri della scuola utilizzando le proprie reti mobili e Wi-Fi hot-spot;
  • Un dispositivo in BYON funge da bridge tra la rete scolastica (sicura) e ogni altro servizio del Web (anche del deep Web) che potrebbe portarsi dietro software malevolo e minare la sicurezza del resto della rete.

Il BYOD dunque offre molteplici possibilità ma porta con se molteplici criticità.

Oltre al BYON ci sono altri aspetti che dovrebbero far riflettere per permetterci di avere un approccio proattivo circa la protezione dei dati e dei sistemi, piuttosto che dover essere reattivi dopo che il danno è già stato fatto.

Una criticità che ho individuato riguarda il BYOD in istituti a forte caratterizzazione tecnologica ed informatica.

In tali contesti, si sa, la maggior parte degli studenti ha (fortunatamente) una grande passione per l’Informatica e la tecnologia, e la maggior parte delle volte (purtroppo) questa passione coincide con un desiderio smisurato di imparare le tecniche di “hackeraggio” inteso come la capacità di violazione di sistemi e del superamento dei meccanismi di sicurezza.

I sistemi informatici scolastici (e non solo) offrono un fronte consistente di protezione maggiormente dal lato front-end, (dall’esterno verso l’interno). Potenti firewall monitorizzano le richieste e il traffico in entrata e, grazie a numerose regole ad hoc, sono in grado di far fronte agli attacchi provenienti dall’esterno.

Ma com’è la situazione dall’interno?

Nella maggior parte dei casi troviamo alcune restrizioni sui protocolli (es. bloccare i protocolli di connessione tra pari “P2P”) e niente più.

Permettere dunque la connessione di dispositivi BYOD, in alcuni casi, potrebbe compromettere la sicurezza globale del sistema e si potrebbero compromettere anche postazioni contenenti dati sensibili.

Certo, in teoria le linee dati di segreteria sono fisicamente separate dalle linee dati della didattica, ma anche in questa fortunata ipotesi non ci sarebbe da stare completamente tranquilli.

Pensiamo ad esempio ai dati dei registri elettronici, ai server di posta, alle postazioni dove si preparano le prove scritte, etc.

Come sarebbe una scuola dove gli studenti possono accedere ai registri, modificare valutazioni, leggere in anticipo le prove scritte, spiare ogni tasto premuto dai docenti o dal personale?

Certo, esiste una normativa che punisce pesantemente i reati informatici, ma come possiamo pensare che questo sia un deterrente sufficiente in grado di frenare l’istinto curioso e la fantasia dei giovani studenti, a maggior ragione se si parla di studenti con una smisurata passione per l’informatica?

Ma sarà davvero così?

Le scuole che adottano BYOD rischiano davvero così tanto?

Per rispondere a queste domande, al termine dell’a.s. ho installato kali linux sul mio notebook e dopo aver effettuato la connessione alla rete interna d’istituto ho effettuato un test per misurare il grado di protezione e la robustezza del sistema in caso di attacchi provenienti dall’interno.

Tralasciando lo sniffing del traffico in chiaro, cosa che si ottiene praticamente in automatico su tutte le VLAN dell’istituto (non solo in quella alla quale ci si connette), non ho avuto difficoltà ad inquinare qualche tabella ARP e a portare avanti un attacco MITM che mi ha dato la possibilità di fare SSL Strip per lo sniffing del traffico criptato sotto SSL.

Ora, questo non è il luogo dove discutere dati particolareggiati, ma vi assicuro che con una mezz’ora di tentativi, e con pochi “grammi” di  meterpreter e metasploit (se non sapete cosa sono è meglio!) sono diventato velocemente il padrone del mondo! Ho sperimentato la possibilità di installare keylogger e di attivare sessioni “spia” da remoto, senza mai avvicinarmi ad una macchina, ma sfruttando le varie vulnerabilità che kali linux mi ha segnalato puntualmente.

Concludendo invito ad una riflessione su cosa permettiamo e come lo permettiamo perché, in caso contrario, rischiamo di finire in ostaggio della stessa tecnologia che vogliamo diffondere.

Spero vivamente che questa riflessione possa essere utile per tutti coloro che sono chiamati a gestire l’evoluzione del digitale nei propri istituti.

Antonello Zizi

Didattica digitale e scienze: un’esperienza nella scuola primaria

Da Antonietta Pau, insegnante e animatore digitale presso  Assemini 2 Dionigi Scalas

Sono un’insegnante della scuola primaria che si è avvicinata alla didattica digitale in tempi recenti.

L’anno scorso ho partecipato al progetto Semid@s formandomi come Master Teacher; quest’anno ho seguito, da animatore digitale, il corso organizzato nell’ambito del PNSD. Durante la formazione Semid@s ho avuto l’opportunità di conoscere due persone che hanno segnato una svolta nella mia attività professionale: Anna Rita Vizzari, che ha curato la prima fase del corso Master Teacher, e Annarella Perra, che mi ha guidato e sostenuto nella seconda fase dello stesso e nel corso per animatori digitali.

Prima di questi percorsi mi rapportavo alle tecnologie informatiche quasi esclusivamente per scrivere o per scaricare qualche documento di testo da fotocopiare e proporre alla classe.

Oggi vedo nel digitale uno straordinario mezzo per innovare la didattica, non solo appoggiandosi ad un adeguato corredo di tecnologie hardware e software, ma soprattutto attingendo all’immenso patrimonio di risorse presenti nel web.  Quelle gratuite, in particolare, per la loro accessibilità a chiunque abbia tra le mani un dispositivo collegato, hanno in sé una forza rivoluzionaria, dovuta all’aspetto che più mi attrae della Rete: l’essere un fattore globale di propagazione della conoscenza e dei mezzi per elaborarla e condividerla.

Questa premessa permette di conoscere, almeno in parte, le motivazioni personali che stanno dietro l’esperienza didattica che sto per raccontare, senza le quali la stessa non sarebbe altrettanto significativa.

L’esperienza in questione è stata condotta nel 2° Circolo di Assemini in ciascuna delle due classi prime dove insegno, e consiste in due attività di scienze riguardanti rispettivamente le parti dell’albero e le fasi di sviluppo della pianta.

In entrambi i casi ho ritenuto opportuno fare ricorso ad applicazioni webware che stimolassero la partecipazione attiva di tutti gli alunni e li aiutassero a esprimere e a utilizzare le conoscenze acquisite.  Gli elaborati prodotti sono visionabili ai seguenti indirizzi (ho indicato l’url breve):

http://tinyurl.com/jhemss3

http://tinyurl.com/jtvzlaj

http://tinyurl.com/gnp6yxc

http://tinyurl.com/zpntdov

http://tinyurl.com/j3d2epn

L’applicazione Thinglink mi è sembrata perfetta per ottenere una rappresentazione ipertestuale dell’albero. Si tratta di un software che permette di creare immagini interattive attraverso l’inserimento di tags che rimandano a ulteriori contenuti. La versione base gratuita è in grado di rispondere pienamente alle necessità didattiche, pur nella essenzialità delle sue funzioni.

Dopo avere ricercato tutte le informazioni utili, i bambini, in collaborazione, si sono dedicati al disegno dell’albero. Intanto, a turno, hanno incominciato ad alternarsi alla LIM per scrivere i testi di approfondimento. Successivamente si è proceduto alla digitalizzazione dell’immagine e all’aggiunta, con il programma di grafica Paint, dei nomi presi in esame. Si è quindi effettuato il caricamento dell’immagine stessa e l’inserimento dei testi attraverso un copia e incolla. Tutti si sono positivamente impegnati, in attesa del proprio turno di lavoro ai dispositivi. La fase di digitazione dei testi, oltre che aver permesso di esercitarsi nella videoscrittura, ha avuto il merito di innescare frequenti momenti di riflessione linguistica, elemento non trascurabile nella classe prima della scuola primaria. Il risultato ottenuto, un vero e proprio contenuto web, ha suscitato nei piccoli autori non poca sorpresa, rivelandosi estremamente gratificante. In fase finale è stato proposto un questionario a risposta multipla realizzato con Quizizz, una risorsa gratuita per realizzare test accattivanti e coinvolgenti, da eseguire individualmente; tuttavia nel caso specifico, tenuto conto del livello scolastico, ho preferito far alternare in coppia i bambini alla LIM, concedendo loro un tempo congruo per leggere e scegliere la risposta adeguata.

Il percorso didattico sullo sviluppo delle piante è partito da un’esperienza concreta, la semina di alcune piante e l’osservazione dei diversi stadi di crescita, che è stata documentata per mezzo di immagini fotografiche. Si è quindi passati ad una fase di riflessione e rielaborazione per la quale ho ritenuto essere particolarmente indicato il software gratuito LearningApps, che permette di realizzare, mettendo in campo conoscenze e competenze, applicazioni di diversa tipologia. La timeline da ricostruire mi è sembrata la più adatta alla situazione. Le immagini fotografiche, corredate da didascalie testuali e audio, sono diventate le sequenze da dover sistemare in ordine cronologico. Per confezionare l’app, la classe si è dovuta impegnare su più versanti: scegliere a maggioranza il titolo e la frase di feedback tra quelli proposti dai bambini stessi, stabilire la corretta successione temporale e procedere alla stesura dei testi da associare alle immagini. Ho richiesto inoltre di completare autonomamente, in contemporanea al lavoro sulla LIM, una linea del tempo che avevo precedentemente predisposto su scheda ricalcando Il template di LearningApps. A lavoro concluso, tutti hanno provato a cimentarsi con l’applicazione appena prodotta, momento questo utilizzato anche per valutare l’acquisizione dei contenuti propri dell’attività di scienze.

Anche questa volta ho potuto notare da parte degli alunni un approccio verso il lavoro scolastico decisamente partecipe e interessato, il che mi spinge a proseguire nella esplorazione di quello che per me è, come ho premesso, un mondo nuovo, nel quale sto procedendo ancora a piccoli passi.

Ciò che ho raccontato fin qui è una storia di didattica del quotidiano, resa possibile, intendo sottolinearlo, dall’appoggio delle docenti con cui collaboro nelle due classi. In essa, l’ausilio di strumenti capaci di suscitare coinvolgimento e spingere alla cooperazione si è rivelato determinante sul piano dell’interesse e dell’inclusività, due presupposti imprescindibili per un insegnamento efficace.

Una nuova esperienza: il ruolo di animatore digitale

Mi chiamo Carla Massidda, insegno e sono animatore digitale presso l’IC 2 di Sinnai (CA) (istitutocomprensivo2sinnai.gov.it). Sto muovendo i primi passi in questo ambito per cui spero siate clementi nei miei confronti.

A settembre completerò la formazione presso l’Istituto Pertini di Cagliari (corso N.1) e contemporaneamente sto cercando di colmare le lacune “digitali” in alcune piattaforme dedicate.

 Troverete alcune mie iniziative schematizzate su padlet.com/zago1968/carmass_AD e che qui riassumo brevemente:

-progettazione di un evento formativo di coding “scratch” per 22 docenti (compresa la sottoscritta) della scuola primaria e dell’infanzia e per tre classi quarte con il coinvolgimento del prof. Stefano Federici ricercatore nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Cagliari e di alcuni suoi studenti;

-creazione del gruppo di lavoro “didattica innovativa” composto momentaneamente da quattro docenti, appartenenti ai tre ordini di scuola, con il compito di individuare risorse, materiali e strumenti innovativi che possano essere utilizzati e condivisi anche per l’implementazione del curricolo verticale in linea con il risultati del RAV;

-attuazione del progetto “unplugged” per la  promozione della salute e la prevenzione dalle dipendenze in due classi seconde della scuola secondaria di primo grado basato sulle life skills e sulle metodologie di tipo attivo e cooperativo;

-progettazione e attuazione del progetto “work school”, basato sulle life skills per la valorizzazione del curricolo verticale in coerenza con gli esiti del RAV  e inserito del PdM , in alcune classi dei tre ordini di scuola che prevede anche la rielaborazione di alcuni contenuti in modalità digitale e BYOD.

Nel prossimo anno scolastico cercherò di proseguire il mio percorso sperando di sviluppare le tante idee che mi frullano in testa.

Il mio motto: anche procedendo per piccoli passi si può andare lontano.

A presto…buon lavoro e buona estate a tutti!

Carla

Azioni di sistema in un Istituto dell’Oristanese

Sono Maria Cristina, l’Animatrice digitale dell’Istituto Comprensivo n. 4 di Oristano, diretto dalla Dott.ssa Giuseppina Loi, desidero condividere nel Blog del PNSD le “Azioni di Sistema”, che sono state adottate nel nostro Istituto, nell’ a.s. 2015-16.

Come avvicinare in modo significativo ogni lezione alle aspettative dei nativi digitali“, che in gran numero frequentano la nostra Scuola?

Dato che la tecnologia, che si utilizza ogni giorno, permette una costante connessione nel web, è facile intuire che gli studenti di oggi non si accontentino delle classiche lezioni “tradizionali” degli insegnanti che si avvalgono solo talvolta di qualche supporto informatizzato.

Ma quale insegnante non desidererebbe trasformare il suo lavoro, adeguandolo al passo con i tempi, per sfruttare le molteplici potenzialità offerte dalla tecnologia, per modificare il modo d’insegnare e rendere l’esperienza didattica gradevole non solo per sé, ma soprattutto per gli alunni?

Non foss’ altro perché, diventando “protagonisti dell’apprendimento”, essi si sentirebbero gratificati dal nuovo ruolo, coinvolgente, inclusivo, e finalmente accessibile a tutti.

Dal momento che l’uso quotidiano della Lim e delle ICT, hanno reso le mie lezioni più coinvolgenti, perché non condividere “le buone pratiche” con tutti i colleghi e trasmettere loro il mio entusiasmo e la mia motivazione all’uso di questi strumenti, per programmare insieme idonee azioni di sistema, che coinvolgano tutti gli ordini di Scuola?

Per raggiungere questo obiettivo, ho accettato, perciò, l’incarico di “Animatrice digitale”, ben consapevole del percorso, irto di difficoltà, quando si cerca di “innovare la didattica”, ma fermamente convinta di poter raggiungere gli obiettivi programmati nell’arco del triennio, facendo leva, sia sulla mia disponibilità al lavoro condiviso, sul desiderio di fare nuove esperienze con le ITC, per innovare le azioni didattiche, che sulla collaborazione dei colleghi di ogni ordine di Scuola.

Quest’ultima, infatti, opportunamente stimolata, permette a tutti di evolvere, fare nuove scoperte, socializzare nuove esperienze, anche in verticale, proprio in sintonia con le richieste del PNSD, per implementare l’inclusione, programmaticamente connaturata nel sistema, nonché metodologie didattiche innovative, in grado di fornire diverse e proficue modalità di rappresentazione delle informazioni, di espressione per tutti gli alunni e di coinvolgimento dei gruppi classe con l’utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi.

Naturalmente poiché il “tutto e subito” in campo didattico è difficile da realizzare, si sono rivelati positivi e proficui i nostri piccoli passi.

Nella nostra Scuola, perciò, sono stati realizzati alcuni Corsi formativi e diversi Progetti, che hanno coinvolto la Scuola dell’Infanzia, la Scuola Primaria “Sa Rodia” e la Scuola Secondaria di 1° “L. Alagon” di Oristano in un lavoro abbastanza intenso e complesso, mai programmato in quest’ottica di condivisione tra insegnanti ed alunni e finalizzato alla creazione di un ambiente inclusivo per tutti, anche in termini di scelta didattica.

Corsi attuati:

Corso di formazione digitale per l’uso del software LIM “Open Sankorè e e l’uso di PADLET per n.128 Docenti ;

Corso di formazione digitale (LIM Open Sankorè e uso di PADLET) per n. 346 studenti, frequentanti n.16 classi della Scuola Secondaria di 1° “L. Alagon” di Oristano.

Risultati conseguiti:

Anche se il Corso di formazione digitale non sia stato seguito da tutti i Docenti dell’Istituto, in compenso lo stesso è stato frequentato da quasi tutti gli alunni delle sedici classi della Scuola Secondaria di 1° Alagon”, con risultati positivi ed apprezzabili.

Le lezioni sono cambiate, finalmente!”.

E’ stato confortante entrare in classe e notare l’entusiasmo degli allievi per il BYOD, per l’utilizzo dello smartphone, del pc o dei tablet, per la registrazione della lezione, la realizzazione di filmati, l’uso delle APP, la Lim a domicilio per l’esecuzione di compiti, la creazione di presentazioni, di contenuti digitali, corredati da immagini, file audio, video e/o dagli strumenti interni alla LIM, “editati” dagli alunni anche per la preparazione delle prime”tesine digitali” per l’esame.

Tutto ciò ha “innovato ed arricchito” la lezione ed, in parte, modificato il modo di studiare con evidenti risultati. L’uso di PADLET e di Google Drive, in certe sezioni, hanno consentito, poi, la condivisione sia di ogni progetto, programmato per classi parallele ed in verticale, sia delle attività di potenziamento, consolidamento, recupero e di vari materiali (mappe, schemi, sintesi, registrazioni di lezioni, file video, spiegazioni, esercizi per il ripasso), destinati a tutti: ai soggetti normali, ai soggetti con BES, ai soggetti con DSA ed ai soggetti diversamente abili.

Progetti attuati:

0) “Il nostro mondo, raccontato con i disegni” (destinatari: n. 86 alunni di tutte le prime e le seconde classi della Scuola dell’Infanzia);

 1) “Le nostre costruzioni virtuali con i blocchi colorati” (destinatari: n. 55 alunni di tutte le ultime classi -Scuola dell’Infanzia – n. 84 alunni 1^classi -Scuola Primaria);

2) “Le nostre visite guidate 2015-2016” (destinatari: n. 245 alunni di tutte le classi 2^- 3^- 4^- Scuola Primaria);

3) Monumenti Aperti “Aristanis, lògos e istoria nostra” ( destinatari: n. 65 alunni delle classi 4^ B, C, D- Scuola Primaria);

4) “ELEONORA IN FABULA” fiaba multimediale (destinatari: n.81 alunni di tutte le classi 5^ Scuola Primaria e n. 109 alunni di tutte le classi 1^ -Scuola Secondaria di 1° “Alagon”)

 5) “WEB QUEST: “A spasso per l’Europa” (destinatari: n. 129 alunni di tutte le classi 2^ -Scuola Secondaria 1° “Alagon”);

6) “Monumenti aperti Speaks English“( destinatari: n. 108 alunni di tutte le classi 3^- Scuola Secondaria 1° “Alagon”).

7) “Loqui latine in English” (destinatari n. 24 alunni della classe 2^B – Scuola Secondaria di 1° “Alagon”).

8) “Raccontami L’Iliade”(destinatari: n. 20 alunni della classe 1^C^- Scuola Secondaria 1° “Alagon”

Risultati conseguiti:

I risultati possono ritenersi veramente soddisfacenti, se consideriamo i lavori, realizzati da tutte le classi dell’Istituto, che hanno consentito un primo sviluppo di interdipendenza positiva, di risorse, di compito e promozionale, che ha favorito ed incrementato fiducia e sostegno tra gli alunni e buone relazioni sociali, positive e costruttive per l’inclusione di tutti.

– Le classi della Scuola dell’Infanzia hanno fatto i primi passi nel mondo digitale, dimostrando, grande attenzione, motivazione e creatività nell’uso delle tecnologie, ma soprattutto la disponibilità ad interagire tra loro, per realizzare disegni condivisi o composizioni di oggetti, fiori, animali o paesaggi da ricomporre con forme e colori.

– Le classi della Scuola Primaria e Secondaria hanno sperimentato il lavoro in apprendimento cooperativo, una metodologia di insegnamento innovativa, con la quale gli studenti, apprendendo in piccoli gruppi, si sono aiutati reciprocamente, nella realizzazione dei disegni e nella creazione dei contenuti, sentendosi per la prima volta corresponsabili del reciproco percorso.

Gli alunni si sono sentiti parte di un percorso comune, anche nella preparazione in lingua sarda e inglese di testi, da presentare in occasione della Manifestazione “Monumenti aperti” o per l’attività di drammatizzazione del poema epico l’Iliade, per la quale il gruppo classe ha realizzato la riscrittura dello stesso in chiave moderna, traducendo il genere epico in quello teatrale attraverso i contributi personali ed originali di ogni allievo per la realizzazione del prodotto finale.

I bambini della Scuola Primaria ed i ragazzi della Scuola Secondaria hanno condiviso disegni, foto, filmati, registrazioni, presentazioni dei loro lavori in occasione di viaggi d’istruzione, manifestazioni, attività teatrali o la partecipazione a “Monumenti aperti” e la realizzazione di quanto venisse creato alla LIM.

Gli Insegnanti hanno sperimentato con soddisfazione il ruolo di “facilitatore ed organizzatore delle attività”, con il compito di strutturare “l’ambiente di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale non competitivo e positivo, hanno trasformato le attività di apprendimento in un processo di “soluzione di problemi in gruppo”, per il raggiungimento di obiettivi con il contributo di tutti.

La LIM e le TIC, pertanto, si sono rivelate l’occasione, per creare un nuovo ambiente di apprendimento, in cui gli alunni potessero trovare nuove occasioni, per lavorare insieme con il BYOD, per studiare in modo creativo e autonomo, per svolgere esercitazioni, ricercare informazioni, comunicare e diventare non solo “fruitori”, ma anche “autori di prodotti”, fruibili sul Web.

In questi contesti anche gli alunni con alto potenziale hanno trovato la giusta motivazione ad apprendere per l’aumento del senso di autostima ed autoefficacia.

Si precisa che il materiale prodotto verrà postato, non appena possibile, sul Sito web della Scuola nella sezione PNSD 2015-16.

Dulcis in fundo!

Scorrendo con attenzione la mappa del PNSD, viene lo scoraggiamento per l’infinità delle Azioni previste, ma contemporaneamente il pensiero di poter procedere nell’arco di tre anni e di poter eventualmente contare sul sostegno morale della Prof.ssa Vizzari e sui suoi preziosi consigli rallegra ed incoraggia chi, ahimè, si trova in difficoltà.

Nell’Istituto Comprensivo n. 4 sono state previste le Azioni, corrispondenti ai seguenti Ambiti:

  1. Ambito: Strumenti (Azioni: 1,2, 3, 4, 8,9, 10, 11, 12, 13);
  2. Ambito: Competenze e contenuti (Azioni: 14,17,18, 23, 24)
  3. Ambito: La formazione (Azioni: 25, 27)
  4. Ambito: Accompagnare la Scuola alla sfida dell’innovazione (Azioni: 29, 30,31, 35)

Per quanto concerne, invece, le Aree Tematiche si attueranno:

  1. Area Progettazione: (Azioni 1, 2, 4, 6, 7, 9, 10)
  2. Area Competenze e Contenuti: (Azioni 13,14,15, 16, 17, 19, 20, 21, 22, 23, 24)
  3. Area Formazione ed accompagnamento: (Azioni: 26, 27, 2930, 31, 32, 34).

S.O.S… navigo in acque non molto tranquille!!!!!!

Grazie infinite!

Maria Cristina Serra

Parola chiave: fundraising … Un esempio di attività

Con il Modulo 1 è stato dato uno spazio anche al reperimento di risorse finanziarie, che sono sempre più necessarie per la vita scolastica, e quindi è inevitabile dover parlare di fundraising e fare in modo che in caso di necessità si diventi un fundraiser.

Ci sono piattaforme dedicate cui ricorrere per realizzare velocemente un progetto e relativa raccolta fondi, come riportato in area Strumenti del nostro portale pnsdsardegna.eu, basta scegliere quella che si ritiene più congeniale e funzionale. In questa sede voglio presentare come esempio ad hoc l’attività progettuale con raccolta fondi correlata realizzata proprio da un Animatore Digitale del nostro gruppo (C2 AD Pertini Cagliari) prof. Mauro Vacca del Liceo Euclide di Cagliari.

L’attività progettuale con fundraising si chiama Le bellezze della Sardegna, proposta e organizzata tramite la Fondazione Mondo Digitale di Roma (all’interno di un progetto denominato Nonni in rete): il tutto è seguito e realizzato dagli alunni delle classi terze del liceo Euclide e  prof. M. Vacca che ne è Tutor.

Obiettivi prioritari sono valorizzare il territorio sardo e creare il primo album delle Figurine 2.0 della Sardegna per far conoscere a tutti le bellezze sarde. Il progetto si trova ospitato on line da Phyrtual (è stato prescelto in questo caso un portale di Fondazione Mondo Digitale), un ambiente interattivo on line “innovation-oriented” per condividere conoscenze, progetti ed esperienze di innovazione sociale, che ha anche il vantaggio di essere integrato con una piattaforma di crowdfunding, all’url http://phyrtual.org/it/node/3714/view-funding/77  in cui si trovano tutte le info ad hoc dello sviluppo progettuale nonché la situazione pubblica e sempre aggiornata di raccolta fondi.

Che dire? Complimenti ai ragazzi e al loro “animatore” per la bella iniziativa!

 

 


Ginnastica Creativa e Tecnologia: alla scoperta di nuovi linguaggi…

Presso il Liceo Motzo di Quartu S. Elena (CA) è stata realizzata nell’a.s. 2015-2016 da prof. Giulio Murru e due classi del I biennio (liceo classico) una nuova modalità  di apprendimento cooperativo legato alla disciplina  Educazione Fisica: si tratta di una attività mirata alla formazione e allo sviluppo delle capacità espressive composte e complesse,  attraverso un progetto triennale (per ora siamo alla  I annualità) che intende sviluppare l’integrazione delle  nuove tecnologie digitali nella didattica curricolare secondo le linee  del  PNSD. Il Padlet completo del lavoro è on line: cliccate su Padlet Ginnastica Creativa

I video delle attività inoltre si trovano in canale youtube ai seguenti link:

  1. https://youtu.be/H9GYG-zP4mw
  2. https://youtu.be/5_VjE7lGhpI