Proviamo a metterci in gioco

Care colleghe e cari colleghi

Insegno Latino e Greco presso il Liceo Classico “G.M. Dettori” di Cagliari. Insegno da moltissimi anni, anzi, diciamo pure che ormai per me è più vicina la pensione che l’inizio della carriera scolastica.

Sono sempre stata attratta dalle nuove tecnologie, fin dai tempi in cui per dialogare col computer non era sufficiente cliccare su un’icona intuitiva, come ora, ma occorreva conoscere sistemi operativi complicati o, almeno per me che avevo fatto solo studi umanistici, un po’ repulsivi.

Quando poi il pc è diventato user-friendly, la mia passione è cresciuta e con essa anche la voglia di cambiare il mio modo di insegnare attraverso le nuove tecnologie. E così, coniugare il mondo classico e le discipline umanistiche con internet e le nuove tecnologie è stata la sfida più grande in cui mi sia cimentata: nel 2010 ho aperto per le mie classi il blog didattico “Professoressa Orrù” , che contiene traccia di tutti i progetti digitali e no, che ho realizzato in questi anni; contrariamente alle attese, esso ha avuto un gran successo non solo fra i miei studenti, ma è visitato quotidianamente da numerosissimi docenti e studenti di tutta Italia. Lo scorso anno, poi, sono stata designata Animatrice Digitale della mia scuola ed anche questa nomina è stata per me una nuova occasione, sia di crescita, sia di condivisione, e mi ha fatto sentire – nonostante sia giunta alla fine della carriera – come un’insegnante che si accinge ad intraprendere un nuovo cammino. E’ vero che non sempre “nuovo” è sinonimo di “migliore”, tuttavia se il “nuovo” ha dei presupposti validi, cerca di andare incontro agli studenti di questo tempo (che sono molto diversi da quelli anche solo di 15 anni fa), se riconosce che sono cambiati i metodi di apprendimento delle giovani generazioni, mentre finora – salvo rari casi – sono rimasti sempre identici i metodi di insegnamento dei docenti, allora non resta altro da fare che sperimentare le vie nuove e verificarne l’efficacia.

Gli insegnanti tuttavia devono essere formati e/o formarsi anche personalmente: non ci si improvvisa insegnanti nuovi; occorre mettersi in gioco, non solo per dovere, ma anche e soprattutto per il piacere di affrontare la sfida.

Nello scorso mese di maggio, al termine della formazione degli AD di Cagliari, ho aperto un nuovo blog .

L’idea che mi ha mosso è quella che anch’io, nel mio piccolo, avrei potuto contribuire ad aiutare colleghe e colleghi ancora un po’ impauriti davanti alla velocità del digitale; anch’io avrei potuto provare a cambiare la didattica, a rendere la scuola più adeguata alla nostra società, a rispondere con più efficacia a studenti e studentesse ormai diversi. Lo avrei fatto con la condivisione di quel poco che so e che so fare, con la presentazione delle esperienze che ho già realizzato, con le informazioni di cui sono in possesso e che avrei messo a disposizione per l’utilità che possono avere.

Tanti blogger hanno aiutato me in questi anni. A volte l’hanno fatto senza saperlo, altre volte rispondendo ai miei SOS: attratta com’ero, infatti, dalla possibilità di coniugare le nuove tecnologie con la didattica delle materie classiche, mi scoprivo spesso ad avere tante idee ma a non conoscere la strada per realizzarle; mi sentivo spesso inadeguata e incompetente, con le idee e i progetti che galoppavano, mentre le mie conoscenze digitali restavano sempre un passo indietro ed arrancavano. Gli anni, però, sono passati: ho studiato, imparato, sperimentato e non ho mai smesso di incuriosirmi e di cercare.

Oggi vorrei offrire anch’io il mio aiuto a qualcuno. Non sono un luminare, quindi non competerò certo con titolati esperti già presenti in rete, né mi rivolgerò a chi già sa e vuole approfondire: desidero parlare soprattutto a quei colleghi e a quelle colleghe che, come me allora, pensano di dover cominciare da zero e temono di non potercela fare a stare al passo con i tempi. A loro sarà utile sapere che non occorre essere degli informatici per fare una didattica nuova e spesso le cose sono più semplici di quanto sembri. Il cambiamento deve cominciare dentro di noi; solo dopo possono cambiare i modi e gli strumenti. La società dell’informazione va velocissima e con essa studenti e studentesse delle nostre classi. Non possiamo stare al palo e fermarci a guardare, chiudendoci nelle nostre paure. Poco per volta, tutti i giorni dobbiamo metterci in gioco.

Ho chiamato il blog DxD perché sono una Docente che vuole parlare ai Docenti; “…ma non solo”, perché, abituata come sono a rivolgermi soprattutto ai miei studenti, anche con loro desidero continuare a dialogare.

Visita DxDScuolaDigitale – Mi piacerebbe ricevere feedback e suggerimenti.

 

Taddeo 2.0 – Un anno di animazione digitale

Oggi, 31 agosto 2016, termina il mio incarico di animatrice digitale presso l’Istituto Comprensivo “Taddeo Cossu” di Teulada. Da domani continuerò il mio lavoro di insegnante di sostegno in un altro Istituto, ma non potevo non raccontarvi la mia esperienza.

Le mie competenze digitali non sono eccellenti. È vero, al pc mi arrangio, so gestire un blog, usare smartphone, telecamera, Gimp e Movie Maker… ma non sapevo nulla di Moodle, coding, Html…

Ho accettato l’incarico con tanta voglia di mettermi in gioco per il bene della mia scuola. Così mi sono armata di buona volontà e ho iniziato l’avventura.

È stata l’occasione per dare luce al mio ordine di scuola, la Scuola dell’infanzia. La maggior parte delle volte, infatti, essa viene esclusa da molte iniziative: corsi, di formazione, progetti, concorsi… Eppure nell’Istituto “Taddeo Cossu” l’infanzia è stata protagonista di molte iniziative (giornate di sensibilizzazione, concorsi, sperimentazioni digitali, condivisione di didattica inclusiva), diventando così uno stimolo per gli altri ordini del nostro istituto.

Da febbraio sono diventata editor della pagina Facebook di Istituto e ho cercato di capire come i social media potessero diventare occasione di crescita per tutti i miei colleghi. A poco a poco ho iniziato a coinvolgerli perché condividessero e raccontassero (attraverso video e foto) ciò che avveniva nelle nostre aule.

Pian piano la scuola ha spalancato porte e finestre e la didattica ha iniziato a diventare trasparente e visibile al tempo stesso.

Facebook ci ha dato l’opportunità di far vedere chi siamo, cosa facciamo e perché lo facciamo, sia rivolgendoci ai nostri interlocutori più immediati – le famiglie, il territorio – sia confrontandoci con un pubblico più ampio nei numerosi gruppi internazionali che si occupano di didattica.

Abbiamo cercato di coinvolgere soprattutto le famiglie, che sono una risorsa fondamentale. Ma la vera ricchezza sono stati i nostri alunni, che giorno dopo giorno ci hanno aiutato in questo percorso di crescita (“digitale” e non).

Abbiamo dato molta importanza alla privacy, cercando di rispettare bambini e famiglie e mostrando che è possibile raccontare la didattica senza spettacolarizzare.

Tutto ciò ha subito entusiasmato le famiglie che venivano aggiornate quasi in tempo reale non solo sugli aspetti organizzativi, ma anche sui progetti e sulle attività didattiche.

I “like” per noi hanno significato sostegno, motivazione a fare di più e meglio, e ci hanno fatto capire soprattutto che “si può fare”. Da qui l’idea di aprire altri canali social (YouTubeInstagramTwitter) e un blog didattico che affiancasse il sito ufficiale dell’Istituto. Così è nato iscola.eu, dove abbiamo iniziato a raccogliere documentazione didattica e sul quale abbiamo sperimentato un sistema di modulistica online.

Direi che ho svolto una “animazione social”, in cui partecipazione e condivisione sono diventati gli obiettivi principali: tutti insieme (alunni, docenti e famiglie) abbiamo collaborato per rendere “Taddeo” una scuola per tutti e di tutti. Il tema dell’inclusività è stato il protagonista di questo racconto digitale, in cui i momenti di sensibilizzazione hanno mostrato continuamente come la diversità possa diventare una risorsa per tutti.

Il neonato team digitale e la redazione Facebook che si è costituita negli ultimi mesi dimostrano che l’animazione digitale non è un lavoro dove predominano le capacità di un singolo, ma è un’attività dove il lavoro di squadra porta a tanti successi.

Ed è così, si può fare, basta volerlo ma, soprattutto, basta essere uniti.

Non conta di chi è l’idea, chi ha organizzato o chi l’ha eseguita: quando si ha lo stesso obiettivo non importa chi va in scena o chi lavora dietro le quinte, perché alla fine lo spettacolo non esisterebbe se non ci fosse il contributo di tutti. La parola chiave è condivisione… perché in fondo è anche formazione. Solo i grandi maestri portano rispetto per la propria disciplina e la divulgano a coloro che continueranno con la stessa passione a divulgarla. Penso che la stessa cosa valga per noi insegnanti: diventiamo uno lo stimolo dell’altro…

Tante cose sono state fatte dall’inizio di questa avventura digitale ed è difficile raccontarle tutte, anche perché occuperei troppo spazio. Se avrete voglia di saperne di più, questo è il link che rimanda a un video di circa tre minuti sul nostro canale YouTube.

Tengo a precisare che, ovviamente, la mia azione non è stata esclusivamente “social” ma ho cercato costantemente di aggiornarmi e di cercare applicazioni digitali nella didattica, condividendo il tutto con i miei colleghi.

Inoltre, il lavoro con il blog della scuola mi ha permesso di conoscere il funzionamento di WordPress, di imparare a gestire un blog e di capire in che modo questo diventi uno strumento importante per la didattica.

È vero che le competenze digitali sono alla base di una scuola innovativa e all’avanguardia, ma se prima impariamo a condividere ciò che realmente siamo e cosa sappiamo fare avremo una scuola genuina e pronta a raggiungere nuovi orizzonti.

Vi lascio con una citazione della grande Hellen Keller: “Da soli possiamo fare così poco; insieme possiamo fare così tanto”.

Buon inizio d’anno scolastico a tutti.

Monia Sitzia
Animatrice digitale – Istituto Comprensivo “Taddeo Cossu” di Teulada

PNSD: un abito da modellare a misura di scuola

A cura di Laura Neri, Animatore Digitale dell’IC Monte Rosello Alto di Sassari.

Quando una scuola opera in un contesto territoriale cosiddetto ‘difficile’, ogni proposta nuova sembra sempre una sfida insormontabile, un’impresa alla Mission Impossible, dove gli attori principali, se non soccombono, ne escono comunque con un bel po’ di traumi e lesioni!

Se da proposta nuova si passa poi a proposta innovativa le cose si complicano ulteriormente, i paradigmi diventano più oscuri e lì si entra inesorabilmente in territori tra la magia e l’eroismo, in cui, per venirne fuori, sarebbe auspicabile, per non dire necessaria, un’alleanza di potenza pari a quella immaginabile, per esempio, tra Harry Potter e gli Avengers (per rimanere in tema di citazioni cinematografiche).

La persuasione di alcuni colleghi e, più in generale, del personale della scuola, all’utilizzo delle tecnologie nella prassi quotidiana – ormai giustamente disillusi dall’ennesima riforma, dal milionesimo tentativo di rivoluzione del sistema, con la velata (a volte neanche troppo) insinuazione che la ‘versione precedente’ del modello organizzativo e formativo servisse a poco o niente – non richiede infatti solo sforzi fisici e mentali allo stremo della resistenza, ma spesso il reperimento di potenti formule e pozioni magiche!

Mi spiego meglio, con un caso banale ma, a mio avviso, sufficientemente emblematico: convinco il collega di Scienze, esausto del disinteresse a lezione dei ragazzi di una terza media, che le molecole potrebbero diventare più allettanti se presentate attraverso un video sulla LIM e una lezione costruita, per esempio, come attività di gruppo, incentrata su ricerca e selezione in classe di materiali digitali a tema; ops!, il docente mi ricorda che in classe c’è la LIM, ma, ahimè, è stato rubato il proiettore il mese scorso; no problem!, insisto io: la modalità BYOD dà sempre ottimi risultati anche in questi casi di carenza di dotazioni tecnologiche in classe; altro dettaglio: manca la connessione ad internet e qui la situazione inizia a complicarsi; attingo a tutte le mie riserve di inventiva e creatività, ma non mi viene altro da suggerire se non il ricorso alla connessione personale dei ragazzi, auspicando che le famiglie siano favorevoli ad un suo utilizzo per la didattica (mi ripeto intimamente e con convinzione, mentre espongo la proposta al collega, che io da mamma lo sarei!); ma quando mi spiega che in classe sono presenti tre ragazzi ROM che, non solo non hanno il cellulare, ma non portano mai neanche libri e quaderni, ed è presente anche una discreta percentuale di ragazzi che non dispongono di device personali e/o di connessione, ecco che non mi rimane che interpellare i migliori maghi di tutta la saga di Harry Potter per poter trovare la formula che mi aiuti a coniugare tecnologia e IMPOSSIBILITA’ di usarla!

Pensate che io mi sia arresa troppo in fretta?

Errore!

In separata sede, e dopo aver ringraziato il collega per la disponibilità ad un confronto su “molecole-versione-innovativa-no-possible”, rifletto a lungo e ragiono proprio sulla parola innovazione, riflessione supportata dal lungimirante aforisma di Karl Raimund Popper: “La consapevolezza non inizia con la cognizione o con la raccolta di dati o fatti, ma con i dilemmi”.

Ed io ho un mio dilemma di partenza, come Animatore Digitale: il dilemma è proprio l’innovazione, non di per sé, come concetto o teoria, ma collocata nell’hic et nunc di una scuola fragilissima sul piano del digitale e delle infrastrutture.

Mi si apre un mondo, una serie di riflessioni, dilemmi si aggiungono a dilemmi, ma la consapevolezza pare una luce lontana, quasi irraggiungibile.

E tra le tante, frenetiche letture, compare una vecchia conoscenza: il mio docente di Comunicazione Pubblica dell’Università, Prof. Piero Dominici (pierodominici.nova100.ilsole24ore.com), scrive da anni sul tema e le sue intuizioni sull’importanza di educare alla complessità e al pensiero critico (cit. – www.techeconomy.it – 2016/04/05) iniziano progressivamente a dare un senso al mio pensiero, a fargli acquisire una traiettoria più definita:

– i dilemmi di Popper (e quelli di Potter!) volgono verso una maggiore consapevolezza del mio ruolo e dei miei compiti non solo come docente, ma anche come “promotore di azioni nell’ambito della progettazione, sicurezza, privacy, copyright, ambienti di apprendimento, connettività, fundraising, orientamento e carriere, cittadinanza digitale, sviluppo pensiero computazionale, robotica, risorse educative aperte, formazione e accompagnamento, digital literacy, inclusione,…”, ossia come Animatore Digitale (spero che, dal su citato elenco, solo parziale, della azioni spettanti all’AD, chi di voi ritenesse il mio riferimento a magia ed eroismo, inappropriato al contesto, si sia, almeno in parte, ravveduto);

– la politica dell’inclusività prende il ruolo di possibile soluzione dell’esclusività digitale o digital divide;

– l’innovazione tecnologica assume un ruolo non prioritario rispetto all’urgenza di un’innovazione di tipo culturale (cit.);

Invito, a tal proposito, a leggere integralmente l’intervento del Prof. Piero Dominici per cogliere aspetti di maggiore complessità e legami sociali-culturali-logici-umanistici più profondi e articolati di quanto io non sia stata in grado di rappresentare.

Riconosco di aver divagato, indegnamente, sui grandi sistemi, ma mi servono/ci servono chiavi di lettura più ampie per interpretare il cambiamento e riadattarlo sulla base dei contesti in cui operiamo, a volte così lontani dai cambiamenti proposti (?) dall’alto.

Quindi, torno con i piedi per terra e mi chiedo: quale innovazione per la mia scuola, istituto comprensivo con 900 alunni, 100 docenti e meno della metà di personale ATA, sita nel quartiere periferico del Monte Rosello Alto di Sassari?

Forse la chiave di lettura è pensare all’innovazione, in termini di destabilizzazione (“Innovare significa destabilizzare” – cit.) e non, banalmente, di rincorsa schizofrenica agli ultimi device tecnologici da applicare alla didattica o alla gestione della documentazione amministrativa.

E destabilizzare, nella micro-società complessa della mia scuola e del suo territorio, potrebbe essere ‘semplicemente’ un lavoro strutturato di auto-analisi e auto-critica, individuale e in team, una ricerca di metodologie davvero utili all’attività formativa ed organizzativa, in cui la tecnologia rappresenti uno strumento utile di lavoro, non il suo obiettivo.

Lo ammetto: nella mia scuola non siamo tutti e del tutto pronti ad una vera rivoluzione digitale, in senso letterale, ma come docenti e, più in generale, come persone (Dirigente e Direttore SGA, compresi) che lavorano in una scuola ‘difficile’, ritengo, consapevole del rischio di apparire presuntuosa, che siamo già operativi in termini di soluzioni innovative, pronti cioè ad accogliere le sfide, a interpretarle in modo critico, a ricercare soluzioni condivise e condivisibili, inclusivi verso studenti, famiglie e territorio, in quanto termometro delle esigenze del quotidiano e della vita reale. Sentiamo l’onere di sforzarci per offrire alla nostra utenza strumenti concreti e utili di riscatto sociale e culturale.

Alla luce di un’esigenza sempre più forte di creare comunità di interesse, occasioni di incontro, contesti di comunicazione e di informazione, siano essi reali o virtuali, l’Animatore Digitale, il Team per l’Innovazione, la Dirigenza, i singoli docenti, il personale ATA, compiono i loro primi passi nell’ambito delle azioni del PNSD, contenitore cui dare un senso, una personalità plurima e differenziata, sulla base delle diverse realtà territoriali delle scuole in cui esso viene letto, interpretato, adattato e, infine, adottato. Un abito insomma da modellare su corpi diversi, per garantirne la migliore vestibilità.

Proviamoci, anche se il ruolo di sarto non è contemplato tra le mansioni dell’AD!

Tutta questa logorroica premessa per segnalare ai colleghi Animatori Digitali – che non abbiano abbandonato la lettura del mio post molti capoversi prima (avreste tutta la mia comprensione) -, che il mio lavoro come AD verrà periodicamente registrato al seguente link: pnsdmonteroselloalto.wordpress.com.

Spero che qualcosa possa esservi utile.

Grazie per la vostra paziente attenzione.

Laura Neri, AD dell’IC Monte Rosello Alto – Sassari

Storytelling step by step

(Contributo originale di Anna Rita Vizzari)

Le sezioni in cui si articola il presente contributo sono le seguenti (cliccando si approda alle singole sezioni):
A) Che cos’è e a che cosa serve lo Storytelling.
B) Tipologie di “prodotto” di Storytelling.
C) Fasi e step dello Storytelling.
D) Strumenti utili per lo Storytelling.
E) Esempi e link utili sullo Storytelling a scuola.
F) Bibliografia essenziale sullo Storytelling.
Per una rappresentazione visuale schematica sull’argomento, vedere il Prezi Lo storytelling in infografica dinamica.

https://prezi.com/ljhx4dafsjpq/lo-storytelling-in-infografica-dinamica/
Presentazione su prezi.com

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  A) CHE COS’È E A CHE COSA SERVE LO STORYTELLING

Lo Storytelling è il procedimento del narrare una storia con obiettivi precisi:

Obiettivo Esempio
Comunicare Le procedure per fare qualcosa.
 Persuadere Della bontà di un’idea.
 Documentare I processi didattici durante un determinato percorso.
 Meta-riflettere Sul proprio atteggiamento durante le azioni riprese.

Qua ci interessa particolarmente il Digital Storytelling, ossia la narrazione che viene effettuata con strumenti digitali: questa categoria a volte viene considerata di per sé stante e altre volte viene considerata comprensiva di altre fra quelle sotto riportate, il cui nome fa riferimento al medium o allo strumento al quale si ricorre per la narrazione.

Green Screen Storytelling Video Storytelling Graphic Storytelling
Web Storytelling Story Mapping Visual Storytelling
Social Media Storytelling Transmedia Storytelling Multiplatform Storytelling

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https://openclipart.org/detail/237996/package B) TIPOLOGIE DI “PRODOTTO” DI STORYTELLING

Quali tipologie di “prodotto” si possono realizzare con il Digital Storytelling? Eccone alcune.

Booklet/Flipbook eBook Fumetti
Infografiche Slideshow Mappe
Sketchbook Scrapbook Cartoon
Podcast Podcast video Video
Tutorial Videotutorial Machinima
Narrazioni aumentate Narrazioni nei social Trailer

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  C) FASI E STEP DELLO STORYTELLING

In genere, quando si parla di prodotti legati allo Storytelling si individuano 3 fasi:
1) Pre-produzione,
2) Produzione,
3) Post-produzione.
In questo articolo si individuano 7 step: a seconda del “prodotto” che si intende realizzare, qualche step si può saltare. Va detto anche che l’attribuzione degli step all’una o all’altra fase varia nelle fonti.

Fase Step Step
Pre-produzione 1) Progettazione: individuazione di obiettivi e destinatari
2) Progettazione: soggetto
3) Progettazione: sceneggiatura e/o storyboard
Produzione 4) Realizzazione: creazione dei singoli media
5) Realizzazione: montaggio
Post-produzione 6) Post-produzione: labor limae
7) Diffusione e condivisione

Vediamo ora i singoli step.

Step 1) Progettazione: individuazione di obiettivi e destinatari
Bisogna individuare il target:
– se intendiamo comunicare: che cosa vogliamo comunicare a chi?
– se intendiamo persuadere:  chi vogliamo convincere e a fare che cosa?
– se intendiamo documentare: quale processo/operazione/percorso vogliamo documentare a chi?
– se intendiamo meta-riflettere: su quale aspetto vogliamo attivare una riflessione metacognitiva e con chi?

Step 2) Progettazione: soggetto
Si tratta di un breve testo o di una mappa che sintetizza la trama. Spesso si parte da un problema per mostrare a quali soluzioni si è approdati.
Quando si sta per raccontare una storia, si effettuano delle scelte (consapevoli o meno) riguardo ad alcuni elementi di Narratologia, per esempio il rapporto fra fabula (ordine cronologico degli eventi) e intreccio (narrazione): farli coincidere oppure ricorrere a espedienti come analessi (flashback), prolessi (flashforward), ellissi?

Step 3) Progettazione: sceneggiatura e/o storyboard
La sceneggiatura è generalmente un testo con una formattazione funzionale, contenente le battute dei personaggi e le indicazioni per la regia; lo storyboard è una sceneggiatura visuale. A seconda del prodotto che si intende realizzare, si può ricorrere anche soltanto a una delle due tipologie di progettazione.

Step 4) Realizzazione: creazione dei singoli media
A seconda del tipo di prodotto che si è scelto di realizzare, cambia la combinazione di elementi che vi dovranno confluire: nella tabella sottostante si propone una ripartizione per tipo di medium.

Tipo Elementi
 

Testi

  • Narrazioni.
  • Titoli.
  • Sottotitoli.
  • Vignette.
  • Didascalie.
  • Post.
  • Testi in sovrimpressione.
 

Immagini

  • Fotografie.
  • Disegni.
  • Schizzi.
  • Clipart.
  • Icone.
  • Carte geografiche.
  • Grafici.
  • Screenshot (immagini catturate dallo schermo).
  • Ritagli.
 

Audio

  • Registrazioni vocali.
  • Sintesi vocali.
  • Sottofondo musicale.
  • Effetti sonori.
 

Video

  • Registrazioni video.
  • Screencast (registrazioni delle videate).
  • Animazioni.
 

Altro

  • Link ad altri contenuti.
  • Link a social media/network.
  • Realtà aumentata.

Step 5) Realizzazione: montaggio
A questo punto viene realizzato il prodotto finale, assemblando i diversi media indicati nella tabella dello Step 4 (immagini e/o video, testi, musiche, audio etc.).
Particolarmente nella fase di montaggio, è bene tenere conto dei Principi del Mayer per evitare il sovraccarico cognitivo:

Principio Descrizione
Multimedialità

Meglio parole e immagini che solo parole.


Contiguità spaziale

Parole e immagini corrispondenti nella stessa schermata / pagina.

Contiguità temporale

Parole e immagini corrispondenti meglio simultanee che successive.

Coerenza

Evitare parole, immagini e/o suoni non strettamente correlati.

Modalità

Meglio animazioni + narrazione audio che animazioni + testo in sovrimpressione.


Ridondanza

Meglio animazioni + narrazione audio che animazioni + narrazione audio + testo in sovrimpressione.

Bisogna inoltre assicurarsi che i propri prodotti  e la loro condivisione (ad esempio nel blog) non violino la Legge:
1) Privacy e liberatorie,
2) Copyright e Copyleft,
3) Cookie Law.

Step 6) Post-produzione: labor limae
Consiste nella correzione e nella limatura del prodotto finale, generalmente utilizzando gli stessi strumenti dello step precedente.

Step 7) Diffusione e condivisione
Consiste nell’upload del prodotto mediante il servizio di sharing più adatto alla tipologia. In genere questi servizi forniscono contestualmente l’opzione di condivisione nei social più noti.

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  D) STRUMENTI UTILI PER LO STORYTELLING

Riguardo ai dispositivi, non servono  strumentazioni specialistiche, ormai, in quanto è sufficiente anche lavorare in assetto BYOD (Bring Your Own Device): smartphone, tablet, notebook, netbook.
Per ogni dispositivo e sistema operativo esiste una gamma di software (sw), applicazioni (app) e webware (ww). Un repertorio di strumenti (organizzati per tipologia) è su www.pearltrees.com/vizzanna/narrare/id15507345.

Immagine
Repertorio su www.pearltrees.com

Riguardo alle attrezzature, per la realizzazione di video più sofisticati si può contemplare un “Chroma key set” (o “Green screen set”). Di che cosa si tratta? Di un allestimento con uno sfondo (generalmente verde, ma anche blu) davanti al quale vengono effettuate le riprese delle persone. In post-produzione si può così isolare lo sfondo dalle persone, per modificarlo (inserendo per esempio uno scenario).

Immagine
Schematizzazione dell’uso del Chroma Key Set

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 E) ESEMPI E LINK UTILI SULLO STORYTELLING A SCUOLA

In Inglese

In Italiano

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F) BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SULLO STORYTELLING

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Le icone utilizzate in questo articolo sono tratte da openclipart.org con licenza Creative Commons Zero 1.0. Per gli opportuni riferimenti a ciascuna di esse, vedere il testo alternativo all’immagine stessa.

Azioni di sistema in un Istituto dell’Oristanese

Sono Maria Cristina, l’Animatrice digitale dell’Istituto Comprensivo n. 4 di Oristano, diretto dalla Dott.ssa Giuseppina Loi, desidero condividere nel Blog del PNSD le “Azioni di Sistema”, che sono state adottate nel nostro Istituto, nell’ a.s. 2015-16.

Come avvicinare in modo significativo ogni lezione alle aspettative dei nativi digitali“, che in gran numero frequentano la nostra Scuola?

Dato che la tecnologia, che si utilizza ogni giorno, permette una costante connessione nel web, è facile intuire che gli studenti di oggi non si accontentino delle classiche lezioni “tradizionali” degli insegnanti che si avvalgono solo talvolta di qualche supporto informatizzato.

Ma quale insegnante non desidererebbe trasformare il suo lavoro, adeguandolo al passo con i tempi, per sfruttare le molteplici potenzialità offerte dalla tecnologia, per modificare il modo d’insegnare e rendere l’esperienza didattica gradevole non solo per sé, ma soprattutto per gli alunni?

Non foss’ altro perché, diventando “protagonisti dell’apprendimento”, essi si sentirebbero gratificati dal nuovo ruolo, coinvolgente, inclusivo, e finalmente accessibile a tutti.

Dal momento che l’uso quotidiano della Lim e delle ICT, hanno reso le mie lezioni più coinvolgenti, perché non condividere “le buone pratiche” con tutti i colleghi e trasmettere loro il mio entusiasmo e la mia motivazione all’uso di questi strumenti, per programmare insieme idonee azioni di sistema, che coinvolgano tutti gli ordini di Scuola?

Per raggiungere questo obiettivo, ho accettato, perciò, l’incarico di “Animatrice digitale”, ben consapevole del percorso, irto di difficoltà, quando si cerca di “innovare la didattica”, ma fermamente convinta di poter raggiungere gli obiettivi programmati nell’arco del triennio, facendo leva, sia sulla mia disponibilità al lavoro condiviso, sul desiderio di fare nuove esperienze con le ITC, per innovare le azioni didattiche, che sulla collaborazione dei colleghi di ogni ordine di Scuola.

Quest’ultima, infatti, opportunamente stimolata, permette a tutti di evolvere, fare nuove scoperte, socializzare nuove esperienze, anche in verticale, proprio in sintonia con le richieste del PNSD, per implementare l’inclusione, programmaticamente connaturata nel sistema, nonché metodologie didattiche innovative, in grado di fornire diverse e proficue modalità di rappresentazione delle informazioni, di espressione per tutti gli alunni e di coinvolgimento dei gruppi classe con l’utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi.

Naturalmente poiché il “tutto e subito” in campo didattico è difficile da realizzare, si sono rivelati positivi e proficui i nostri piccoli passi.

Nella nostra Scuola, perciò, sono stati realizzati alcuni Corsi formativi e diversi Progetti, che hanno coinvolto la Scuola dell’Infanzia, la Scuola Primaria “Sa Rodia” e la Scuola Secondaria di 1° “L. Alagon” di Oristano in un lavoro abbastanza intenso e complesso, mai programmato in quest’ottica di condivisione tra insegnanti ed alunni e finalizzato alla creazione di un ambiente inclusivo per tutti, anche in termini di scelta didattica.

Corsi attuati:

Corso di formazione digitale per l’uso del software LIM “Open Sankorè e e l’uso di PADLET per n.128 Docenti ;

Corso di formazione digitale (LIM Open Sankorè e uso di PADLET) per n. 346 studenti, frequentanti n.16 classi della Scuola Secondaria di 1° “L. Alagon” di Oristano.

Risultati conseguiti:

Anche se il Corso di formazione digitale non sia stato seguito da tutti i Docenti dell’Istituto, in compenso lo stesso è stato frequentato da quasi tutti gli alunni delle sedici classi della Scuola Secondaria di 1° Alagon”, con risultati positivi ed apprezzabili.

Le lezioni sono cambiate, finalmente!”.

E’ stato confortante entrare in classe e notare l’entusiasmo degli allievi per il BYOD, per l’utilizzo dello smartphone, del pc o dei tablet, per la registrazione della lezione, la realizzazione di filmati, l’uso delle APP, la Lim a domicilio per l’esecuzione di compiti, la creazione di presentazioni, di contenuti digitali, corredati da immagini, file audio, video e/o dagli strumenti interni alla LIM, “editati” dagli alunni anche per la preparazione delle prime”tesine digitali” per l’esame.

Tutto ciò ha “innovato ed arricchito” la lezione ed, in parte, modificato il modo di studiare con evidenti risultati. L’uso di PADLET e di Google Drive, in certe sezioni, hanno consentito, poi, la condivisione sia di ogni progetto, programmato per classi parallele ed in verticale, sia delle attività di potenziamento, consolidamento, recupero e di vari materiali (mappe, schemi, sintesi, registrazioni di lezioni, file video, spiegazioni, esercizi per il ripasso), destinati a tutti: ai soggetti normali, ai soggetti con BES, ai soggetti con DSA ed ai soggetti diversamente abili.

Progetti attuati:

0) “Il nostro mondo, raccontato con i disegni” (destinatari: n. 86 alunni di tutte le prime e le seconde classi della Scuola dell’Infanzia);

 1) “Le nostre costruzioni virtuali con i blocchi colorati” (destinatari: n. 55 alunni di tutte le ultime classi -Scuola dell’Infanzia – n. 84 alunni 1^classi -Scuola Primaria);

2) “Le nostre visite guidate 2015-2016” (destinatari: n. 245 alunni di tutte le classi 2^- 3^- 4^- Scuola Primaria);

3) Monumenti Aperti “Aristanis, lògos e istoria nostra” ( destinatari: n. 65 alunni delle classi 4^ B, C, D- Scuola Primaria);

4) “ELEONORA IN FABULA” fiaba multimediale (destinatari: n.81 alunni di tutte le classi 5^ Scuola Primaria e n. 109 alunni di tutte le classi 1^ -Scuola Secondaria di 1° “Alagon”)

 5) “WEB QUEST: “A spasso per l’Europa” (destinatari: n. 129 alunni di tutte le classi 2^ -Scuola Secondaria 1° “Alagon”);

6) “Monumenti aperti Speaks English“( destinatari: n. 108 alunni di tutte le classi 3^- Scuola Secondaria 1° “Alagon”).

7) “Loqui latine in English” (destinatari n. 24 alunni della classe 2^B – Scuola Secondaria di 1° “Alagon”).

8) “Raccontami L’Iliade”(destinatari: n. 20 alunni della classe 1^C^- Scuola Secondaria 1° “Alagon”

Risultati conseguiti:

I risultati possono ritenersi veramente soddisfacenti, se consideriamo i lavori, realizzati da tutte le classi dell’Istituto, che hanno consentito un primo sviluppo di interdipendenza positiva, di risorse, di compito e promozionale, che ha favorito ed incrementato fiducia e sostegno tra gli alunni e buone relazioni sociali, positive e costruttive per l’inclusione di tutti.

– Le classi della Scuola dell’Infanzia hanno fatto i primi passi nel mondo digitale, dimostrando, grande attenzione, motivazione e creatività nell’uso delle tecnologie, ma soprattutto la disponibilità ad interagire tra loro, per realizzare disegni condivisi o composizioni di oggetti, fiori, animali o paesaggi da ricomporre con forme e colori.

– Le classi della Scuola Primaria e Secondaria hanno sperimentato il lavoro in apprendimento cooperativo, una metodologia di insegnamento innovativa, con la quale gli studenti, apprendendo in piccoli gruppi, si sono aiutati reciprocamente, nella realizzazione dei disegni e nella creazione dei contenuti, sentendosi per la prima volta corresponsabili del reciproco percorso.

Gli alunni si sono sentiti parte di un percorso comune, anche nella preparazione in lingua sarda e inglese di testi, da presentare in occasione della Manifestazione “Monumenti aperti” o per l’attività di drammatizzazione del poema epico l’Iliade, per la quale il gruppo classe ha realizzato la riscrittura dello stesso in chiave moderna, traducendo il genere epico in quello teatrale attraverso i contributi personali ed originali di ogni allievo per la realizzazione del prodotto finale.

I bambini della Scuola Primaria ed i ragazzi della Scuola Secondaria hanno condiviso disegni, foto, filmati, registrazioni, presentazioni dei loro lavori in occasione di viaggi d’istruzione, manifestazioni, attività teatrali o la partecipazione a “Monumenti aperti” e la realizzazione di quanto venisse creato alla LIM.

Gli Insegnanti hanno sperimentato con soddisfazione il ruolo di “facilitatore ed organizzatore delle attività”, con il compito di strutturare “l’ambiente di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale non competitivo e positivo, hanno trasformato le attività di apprendimento in un processo di “soluzione di problemi in gruppo”, per il raggiungimento di obiettivi con il contributo di tutti.

La LIM e le TIC, pertanto, si sono rivelate l’occasione, per creare un nuovo ambiente di apprendimento, in cui gli alunni potessero trovare nuove occasioni, per lavorare insieme con il BYOD, per studiare in modo creativo e autonomo, per svolgere esercitazioni, ricercare informazioni, comunicare e diventare non solo “fruitori”, ma anche “autori di prodotti”, fruibili sul Web.

In questi contesti anche gli alunni con alto potenziale hanno trovato la giusta motivazione ad apprendere per l’aumento del senso di autostima ed autoefficacia.

Si precisa che il materiale prodotto verrà postato, non appena possibile, sul Sito web della Scuola nella sezione PNSD 2015-16.

Dulcis in fundo!

Scorrendo con attenzione la mappa del PNSD, viene lo scoraggiamento per l’infinità delle Azioni previste, ma contemporaneamente il pensiero di poter procedere nell’arco di tre anni e di poter eventualmente contare sul sostegno morale della Prof.ssa Vizzari e sui suoi preziosi consigli rallegra ed incoraggia chi, ahimè, si trova in difficoltà.

Nell’Istituto Comprensivo n. 4 sono state previste le Azioni, corrispondenti ai seguenti Ambiti:

  1. Ambito: Strumenti (Azioni: 1,2, 3, 4, 8,9, 10, 11, 12, 13);
  2. Ambito: Competenze e contenuti (Azioni: 14,17,18, 23, 24)
  3. Ambito: La formazione (Azioni: 25, 27)
  4. Ambito: Accompagnare la Scuola alla sfida dell’innovazione (Azioni: 29, 30,31, 35)

Per quanto concerne, invece, le Aree Tematiche si attueranno:

  1. Area Progettazione: (Azioni 1, 2, 4, 6, 7, 9, 10)
  2. Area Competenze e Contenuti: (Azioni 13,14,15, 16, 17, 19, 20, 21, 22, 23, 24)
  3. Area Formazione ed accompagnamento: (Azioni: 26, 27, 2930, 31, 32, 34).

S.O.S… navigo in acque non molto tranquille!!!!!!

Grazie infinite!

Maria Cristina Serra

Ginnastica Creativa e Tecnologia: alla scoperta di nuovi linguaggi…

Presso il Liceo Motzo di Quartu S. Elena (CA) è stata realizzata nell’a.s. 2015-2016 da prof. Giulio Murru e due classi del I biennio (liceo classico) una nuova modalità  di apprendimento cooperativo legato alla disciplina  Educazione Fisica: si tratta di una attività mirata alla formazione e allo sviluppo delle capacità espressive composte e complesse,  attraverso un progetto triennale (per ora siamo alla  I annualità) che intende sviluppare l’integrazione delle  nuove tecnologie digitali nella didattica curricolare secondo le linee  del  PNSD. Il Padlet completo del lavoro è on line: cliccate su Padlet Ginnastica Creativa

I video delle attività inoltre si trovano in canale youtube ai seguenti link:

  1. https://youtu.be/H9GYG-zP4mw
  2. https://youtu.be/5_VjE7lGhpI